L'amore non è controllo: riconoscere la dipendenza affettiva

 

Si considera patologica e disfunzionale la dipendenza da un partner, in una relazione di coppia vissuta come unica, irripetibile e indispensabile alla propria sopravvivenza.

 

L’amore si trasforma in una trappola, in un reiterato controllo dell’altro, in un irrefrenabile bisogno di conferme e di rinforzi.

 

Non esiste uno scambio sano, non c’è reciprocità, uno dei partner tende ad annullarsi completamente e a vivere in stato di sudditanza.

 

In una relazione funzionale di dovrebbe costruire un Noi, come punto di incontro, di mediazione tra le parti.

Mentre una relazione malata somiglia a un monologo, con un solo attore ossessionato all’idea di perdere l’”oggetto” amato.

 

L'amore non è controllo: riconoscere la dipendenza affettiva

 

Una spropositata gelosia, una vicinanza serrata che non lascia tregua, messaggi ripetuti, attese laceranti, sguardo fisso sul cellulare muto sono tutti indicatori di una relazione non equilibrata.

 

La persona non è in grado di riconoscere la sua dipendenza e, senza arrivare a casi estremi di pericolosità, non si concentra sul lavoro, perde gli amici, perde i propri interessi, cambia abitudini e si rinchiude sempre più nel nucleo simbiotico che si è costruito.

 

Sbalzi d’umore, fondo depressivo, accompagnano questo calvario e, giorno dopo giorno, aumenta l’incertezza, la frustrazione, il terrore dell’abbandono.

 

L'amore non è controllo: riconoscere la dipendenza affettiva

 

Per mettere ordine in questa tempesta di emozioni, di dubbi, di sofferenza bisogna aprire gli occhi e trovare la forza di rompere questo circolo vizioso.

 

Riconoscere il proprio valore, avere rispetto di se stessi e imparare a leggere la realtà sono i primi passi del cambiamento.

 

Bisogna riprendere contatto con se stessi e porsi piccoli e grandi obiettivi da portare a termine.

 

L’amore non si compra, non si ottiene con l’insistenza e neanche con l’inganno.

L’amore non è possesso, ma libertà, rispetto reciproco e volontà di fare un pezzo di strada insieme.

 

La trappola del “per sempre” o “a tutti i costi” non solo genera sofferenza ma conferisce al partner un potere assoluto: essere il referente della tua stabilità, del tuo umore, del tuo valore.

 

L'amore non è controllo: riconoscere la dipendenza affettiva

 

È possibile cambiare rotta?

 

CERTO! Possiamo uscire dal loop se seguiamo delle strategie che fanno leva sul sostituire al riconoscimento la condivisione, alla conquista la complicità.

 

Se il riconoscimento a tutti i costi è sintomatico di quella dipendenza  affettiva che colpisce tutti coloro che hanno bassa autostima, che non credono in loro stessi e sono facili allo scoraggiamento.

D’altra parte, troviamo coloro che identificano nella conquista il proprio benessere affettivo, non accettano il rifiuto e pretendono il possesso esclusivo del partner. In questo caso si tratta di predatori affettivi disposti a tutto pur di ottenere, con le più sofisticate tecniche, la vittoria.

 

Nel caso del riconoscimento la tendenza è il bisogno di trovare qualcuno che creda in te, visto che tu non ci credi, nel secondo caso, la conquista, il bisogno è trovare qualcuno che ti renda potente, vincente, facendo trionfare il tuo ego.

 

Come potete constatare non è mai una relazione vissuta alla pari, non si basa sullo scambio reciproco, ma sul bisogno individuale.

Se però lavori sulla tua autostima e inizi a pensare “mi merito di più” puoi uscire da questa gabbia affettiva e proporre il tuo amore senza prostituirti, senza strisciare, senza dirigere e condurre con astuzia la tua preda nella rete.

 

Tutto dipende da come decidi di vedere il mondo: cambiando occhi, cambiando direzione, raddrizzando la mira, puoi decidere di smetterla di vivere nella ripetizione degli schemi tossici lasciando andare, cambiando e lavorando per cercare altro o perché no, riequilibrare il tuo presente non più in equilibrio.

 

L'amore non è controllo: riconoscere la dipendenza affettiva

 

Se sei arrivato fin qui posso ora svelarti delle tecniche sottoforma di sfida per iniziare il processo di guarigione e la lotta per riconquistare se stessi e la propria libertà:

 

1) prima sfida: spostare l’attenzione dall’ “oggetto” amato e impiegare il proprio tempo per trovare ALTROVE gratificazione, gioie, emozioni sane;

 

2)   seconda sfida: tenere a bada l’urgenza del controllo con esercizi pratici finalizzati a rompere lo schema ossessivo;

 

3)   terza sfida: uscire dal nucleo simbiotico, totalizzante e indirizzare le proprie risorse per stare bene;

 

4)   quarta sfida: leggere la realtà; diventare sinceri con se stessi è il compito più difficile. Ci vuole coraggio per scegliere, per lasciar andare, per non rifugiarsi in mille scuse.

 

In poche parole tieniti impegnato, riscopri la tua essenza e auto prescriviti emozioni unicamente tue esplorando il mondo in cerca di ciò che riaccende in te l’adrenalina, abbandonati al divenire costante e impara a vedere con nuovi occhi, di modo da imparare a vedere la realtà per come è.

 

Nulla è definitivo: se vuoi cambiare il futuro, raddrizza la rotta nel presente.

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Commenti: 1
  • #1

    Rosy (mercoledì, 27 gennaio 2021 15:04)

    ben fatto chiaro e esaustivo!